Adattamento del sito pubblicato nel 2001
La storia
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"Il Re nudo" è una storia di presunzione umana. L'apparire, il sembrare sono elementi fondamentali dei rapporti interpersonali. Sono infatti alla base di tutti quei problemi di intolleranza che sono tipici di tutta la nostra Storia: dalle civiltà mesopotamiche in avanti la magnificenza di una città era sinonimo di grandezza per il sovrano che la regnava. Questo induce a pensare che le origini di tali atteggiamenti sia da cercare agli albori della nostra evoluzione. Il limite temporale della ricerca è limitato dalla protostoria: tutti ciò che è avvenuto prima lo possiamo solamente intuire e non ne avremo mai la certezza. Quando Andersen scrisse questa favola voleva raccontare della stupidità di certi atteggiamenti necessità tipiche di quello che adesso viene chiamato "consumismo". L'apparire è più gratificante dell'essere. Quindi... "Il Re nudo". Un tempo, un re di una terra lontana ebbe la visita di due sarti che, conoscendo la sua passione per i vestiti, gli dissero di possedere un tessuto di una stoffa magica che solo le persone intelligenti potevano vedere, facendo finta di porgerglielo. Il sovrano non vedeva nulla ma, per non passare da stupido, ammise di vedere la stoffa dove c'era il nulla e commissionò loro una abito da cerimonia promettendo una ricompensa esorbitante. I due mascalzoni finsero di confezionare l'abito e si presentarono a corte. Il sovranoe, continuando ovviamente a mentire, provò l'abito inesistente guardando le sue nudità allo specchio. Una volta pagati i due truffaldini scomparvero dalla circolazione e il re presentandosi nudo con la corona in testa ai suoi ministri e cortigiani, raccontò il fatto e chiese se l'abito era all'altezza del suo nome. I ministri ed i cortigiani, per non passare anch'essi da stupidi, esclamarono estasiati fingendo di ammirare l'abito. Il giorno dopo il re si mise a cavallo, con il suo abito inesistente e si mise alla testa della parata per il suo compleanno. Tutti i cittadini, saputa l'incredibile storia, si finsero estasiati ma un bimbo, ignaro di tutto l'inganno e di tutta l'ipocrisia del popolo, additò il re urlando "Guardate! Il Re è nudo!". Allora tutti si misero a ridere. Il sovrano, pieno di vergogna, ammise la sua stupidità e chiese al ragazzino di governare al suo fianco divenendo un bravo sovrano e indossando solo i vestiti più semplici. Essendo questa una favola dal target infantile il finale con morale è d'uopo. Necessità a cui non mi sono sentito per nulla in obbligo. Claudio Mauricio Crimi Trigona Maggio 2001
Il progetto
Rappresentazioni
Personaggi
Il "gruppo"
Il Re Nudo
(C) Claudio Mauricio Crimi Trigona